
Maurizio Detalmo Mezzavilla
Presidente Axerta S.p.A., Già Vice Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri
All’alba del primo quarto del terzo millennio il mondo ha raggiunto la consapevolezza, pur con visioni diverse da Stato a Stato, che l’interdipendenza economica ed ecologica debba rimandare a politiche nazionali coordinate ad azioni internazionali. In linea generale, la parola d’ordine che parrebbe affermarsi è “tutela”: dell’ambiente in primis, ma insieme ad esso, della salute e dello sviluppo sostenibile, esigenza ineludibile per garantire un lascito alle generazioni future al fine di preservare un ambiente salubre, sicuro e fruibile, mantenendo risorse rinnovabili da poter utilizzare. In altre parole, l’obiettivo ultimo è quello di tutelare il futuro dell’umanità, consapevoli dell’esigenza di adottare pratiche di produzione sostenibile al fine di ridurre gli effetti negativi sull’ambiente, assicurando al contempo prosperità economica e benessere sociale. Quindi, fare impresa nel rispetto dell’ambiente è una sfida che oggi appare non solo necessaria, ma possibile anche grazie all’affermarsi di sviluppi tecnologici sempre più performanti. In tale contesto, l’ampio e complesso principio della sostenibilità, non è più una scelta opzionale, ma una necessità imperativa per garantire un futuro migliore alle generazioni future.
Cosa si intende per produzione sostenibile? In breve, si fa riferimento a un sistema di produzione che utilizza risorse naturali in modo efficiente, riducendo le emissioni inquinanti, minimizzando i rifiuti e promuovendo il riciclo e il riutilizzo dei materiali; è evidente che tale approccio implichi investimenti per l’adozione di tecnologie innovative, con una gestione responsabile delle risorse e processi produttivi ecologici per migliorare l’efficienza nonché ridurre l’impatto ambientale preservando gli ecosistemi e le biodiversità. Peraltro, fare impresa, significa realizzare un organismo economico – sociale non slegato dall’ambiente in cui si sviluppa e opera e comporta, per l’imprenditore, accollarsi degli oneri morali e delle responsabilità sociali nei confronti delle persone e delle famiglie che collaborano nell’azienda: è necessario, pertanto che le pratiche produttive siano rispettose dei diritti dei lavoratori e interagiscano positivamente all’esterno promuovendo il benessere delle comunità locali.
In tale contesto l’UE, fin dal 2019, ha lanciato l’ambizioso progetto di crescita del “Green Deal Europeo” i cui strumenti sono tesi a rendere il nostro continente a impatto climatico zero entro il 2050. A livello nazionale, normative specifiche quali, tra gli altri, il Codice dell’Ambiente e il Decreto Legislativo 121/2011 fungono da guida verso un cambiamento e sensibilizzano le imprese a dotarsi di strumenti organizzativi per prevenire e gestire il rischio ambientale, con incentivi – previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – che finanziano progetti di transizione ecologica e innovazione green.
La cultura dominante del terzo millennio ha ulteriormente accresciuto nelle persone la coscienza ecologica e del rispetto dell’ambiente al fine di promuovere uno sviluppo sostenibile capace di rispondere alle necessità presenti senza compromettere quelle delle generazioni future. Emerge, quindi, l’esigenza di far intersecare tra loro società economia/imprese ed ambiente per un corretto utilizzo delle risorse ed adottando pratiche concrete atte alla tutela dell’ambiente. Si tratta di un impegno ambizioso, non semplice, ma è raggiungibile, anche considerato che le normative europee e nazionali, unite a strategie mirate, offrono alle imprese gli strumenti per trasformare questa sfida in una opportunità di crescita. I soggetti economici che scelgono di investire nella sostenibilità non solo proteggono l’ambiente ma costruiscono un vantaggio competitivo che le proietta verso il futuro.